Vendemmia 2019, per il Brunello ritorno al passato con segnali positivi

Ci avviciniamo alla vendemmia e dopo anni di inizi anticipati questa volta sembra che il 2019 ci riporti indietro nel tempo, quando l’inizio della raccolta delle uve si concentrava negli ultimi giorni di settembre e a inizio ottobre. Qual è la situazione a Montalcino per il re dei suoi vini, il Brunello? Ad oggi è già possibile fare una prima previsione? Se ovviamente non tutto può essere certo, fattore meteo in primis, qualche segnale comunque c’è. Ed è positivo. “Siamo indietro con i tempi per cui ci eravamo abituati ultimamente – commenta Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino – ritorniamo a quelle vendemmie che erano tipiche fino a 10-12 anni fa. Ciò non è assolutamente un aspetto negativo, anzi. Le giornate per il momento sono ottime, le uve in salute così come le viti. I bilanci si faranno ovviamente dopo, ma per adesso gli indizi mostrano dei segnali di una vendemmia ottima. La produzione direi che sia normale, nella media, c’è poco diradamento, la quantità si prevede ottimale. Il boom dei rosati in Toscana? Non mi stupisce, è un cambiamento iniziato anni fa. I rosati stanno scavalcando i bianchi e anche a Montalcino si registra un forte interesse sul prodotto”.

Focus – Le previsioni di Confagricoltura Toscana per la Vendemmia 2019 nella nostra regione.

Un’annata che già si preannuncia ottima, con un aumento della produzione stimata tra il 3 e il 5% e una crescita a due cifre su produzione inedite per la Toscana, come i rosati. “Siamo ottimisti e possiamo dire che si prevede un’annata qualitativamente ottima – spiega Francesco Colpizzi, presidente della federazione Vitivinicoltura di Confagricoltura Toscana – Le piogge si sono rilevate salutari per lo sviluppo del ciclo di maturazione delle uve. Abbiamo iniziato con la raccolta delle uve a bacca bianca precoci, come chardonnay e sauvignon, e anche con le rosse per la produzione della base spumante e dei vini rosati. Per quanto riguarda la produzione dei grandi vini rossi toscani bisognerà attendere ancora”.

Le previsioni parlano di una produzione pari a 2,2milioni di ettolitri. La novità del 2019 è la crescita riscontrata in produzioni diverse e spesso inedite per la Toscana, come per i rosati: “Con un aumento consistente, pari a circa il 10%”. Bene anche i vini spumanti, “sui quali – continua Colpizzi – le nostre aziende stanno investendo in maniera continuativa. Riscontriamo innovazioni nelle cantine sul processo e sul prodotto, azioni che consentono di competere sotto il profilo qualitativo con altre regione dalla tradizione più lunga”.

Sul fronte prezzi, “il livello si mantiene pressoché stabile e rileviamo che alcune denominazioni hanno ritenuto opportuno fare delle politiche di contenimento della produzione”. Ma la vera incognita si gioca sui mercati internazionali. “Vedremo con la Brexit, cosa accadrà – aggiunge Colpizzi – Il Regno Unito è un mercato rilevante e di certo ci saranno ripercussioni sulle nostre esportazioni”. Incerto anche il futuro Oltreoceano. “Abbiamo gli occhi puntati sulle politiche statunitensi. Bisognerà vedere cosa accadrà in termini di dazi, se è una decisione seria o solo minacce”

Da Confagricoltura parte inoltre una richiesta alla Regione Toscana, “Dobbiamo lavorare con la Regione a nuove politiche di promozione – è l’appello del presidente della federazione Vitivinicoltura di Confagricoltura Toscana – Non servono solo investimenti sulle innovazioni, azioni che le nostre aziende stanno svolgendo con sacrificio e sforzo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma anche un’attività armoniosa, analitica, compiuta e coerente sulle politiche di promozione rivolta sia ai mercati internazionali che a quello nazionale. Chiediamo una maggiore attenzione alle politiche promozionali, l’amministrazione regionale è molto sensibile e siamo certi che riusciremo a costruire un percorso efficace”.