Suckling: il Brunello 2015 tra i vini del momento

James Suckling

Tra i vini italiani del momento “c’è di sicuro il Brunello di Montalcino, con l’uscita dell’annata 2015”. Lo ha detto a WineNews James Suckling, una delle voci più seguite della critica enoica internazionale, soprattutto in Asia, ma non solo, con il suo portale www.jamessuckling.com, e cittadino onorario di Montalcino. “Quando parlo di Italia – spiega Suckling – faccio sempre comparazioni con il sistema delle denominazioni della Francia, perchè in Cina è il punto di riferimento, quindi spiego che come in Francia ci sono Bordeaux e Borgogna, in Italia ci sono Brunello di Montalcino e Barolo, per comunicare concetti che tutti possono capire. Ma a volte quando si parla troppo di denominazioni, di Doc e Docg, gli asiatici si perdono subito. Allora penso che oggi la cosa più importante sia ancora comunicare il marchio dei grandi vini italiani, poi possiamo parlare delle denominazioni. Anche in Usa, ancora, in fondo è così. La Toscana è sempre n. 1, poi qualcuno cerca anche le piccole denominazioni, ma ancora la comunicazione dei grandi vini e dei grandi marchi conta più della denominazione”.

La Cina, adesso al secondo posto, “sarà il primo mercato mondiale del vino nei prossimi 5 anni – continua Suckling –  e qui c’è tanto potenziale per i vini italiani, c’è una buona comunicazione, ma anche tanto tanto da fare. E, anche per me, per la mia compagnia, uno degli obiettivi è essere il n. 1 in Cina, che sarà un Paese sempre più importante per il vino”.

Il vino italiano, aggiunge il critico americano, sconta ancora un divario di valore enorme con quello francese, con le bottiglie del Belpaese che, secondo le stime medie in export, a bottiglia, viaggia su 5-6 euro in media, mentre quello d’Oltralpe vola sui 15-16 euro. “Una differenza che non è giusta, e questo accade solo perchè i più grandi vini francesi sono molto più cari dei grandi vini italiani: non è una questione di qualità, ma solo di immagine e reputazione nel mercato. I vini francesi hanno lavorato 200 anni e più su questo, in Italia forse ci si lavora da 20 anni, è solo qui la differenza”.